Dovunque io vada porto il Brasile con me, purtroppo non porto con me la farina di manioca, ogni giorno mi manca, a pranzo e a cena. (cit Jorge Amado)

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La manioca si tratta di un tubero simile ad una patata, ma ancor più somigliante ad una radice tuberosa.
La radice di manioca è lunga e si assottiglia a una estremità, come una carota; contiene una polpa dura, bianca o giallastra, racchiusa in una scorza spessa pochi millimetri, ruvida e marrone.
Nonostante venga spesso utilizzato come sinonimo della pianta o della farina o della fecola, la tapioca rappresenta un prodotto ben distinto. Si tratta infatti del risultato di una lavorazione particolare, che utilizza come base di partenza la fecola umida; successivamente, quest’ultima viene messa a seccare ed agitata regolarmente per mantenere la forma granulare degli agglomerati; si tratta, dunque, di una fecola e non di una farina.
La tapioca è di certo il prodotto più raffinato tra tutti i derivati della manioca.
farina-di-cassavaLa farina di tapioca è in sè l’amido estratto dal tubero della radice di manioca (chiamata anche cassava o yuca).
In Brasile ne esistono di due tipi il polvilho doce (dolce) e il polvilho azedo (acido), in alcuni stati usano solo il dolce, in altri una miscela di entrambi. Quello acido in sè è l’amido dolce fermentato e il suo utilizzo aiuta la lievitazione in questi panini che sono senza lievito.
Si ritiene che la manioca moderna derivi dalla sottospecie flabellifolia, proveniente dal Brasile centro-occidentale.
La colonizzazione del Brasile da parte dei vari popoli che vi hanno contribuito ha lasciato profonde tracce anche nella cucina tradizionale, dall’Acre al Rio Grande do Sul, senza alcuna eccezione. Molti piatti e alimenti di origine soprattutto europea e africana sono infatti stati assorbiti nella dieta alimentare dei nostri antenati, soppiantandone molti elementi originari.

Da questa contaminazione è tuttavia rimasto abbastanza indenne il bacino del Rio delle Amazzoni.
Alimento basilare della cucina tipica di questa regione è ancora oggi la mandioca (manioca), ossia il “pane della terra” come la definì Padre José de Anchieta agli inizi del 1500. In verità, tutta l’America latina conosce e usa la manioca. Cristoforo Colombo nel 1498 l’ha assaggiata quando si trovava nelle Antille e gli è talmente piaciuta che nel 1505 la portò nel continente africano.
Oggi la produzione di manioca è largamente diffusa, ed uno dei principali produttori mondiali è la Nigeria.
La ricetta che vi voglio presentare oggi è quella di panini fragranti e molto saporiti: il pao de queijo.

5.Pao-de-quejo-CopiaIl pao de queijo è uno dei pani più famosi in Brasile, originario degli stati di Goiás e Minas Gerais si è poi diffuso in tutto il paese. Gli ingredienti principali sono la farina di tapioca (amido di manioca), uova, latte, olio ed ovviamente il formaggio.
Non esiste un formaggio vero e proprio da usare anche se spesso si usano parmigiano e mozzarella. Nello stato di Minas Gerais per esempio si usa un formaggio locale, il queijo minas. Io per i miei ho usato del groviera o anche del grana grattugiato.

Nonostante il caldo che sta invadendo il nostro paese da un po’ di giorni a questa parte, ho avuto il coraggio di accendere il forno e devo dire che non me ne sono pentita. Questi panini sono una sorta di “droga”, uno tira l’altro.
Ma ecco a voi la ricetta e, come sempre, buon Appetito!

PAO DE QUEIJO

Ingredienti (x circa 40 panini):

  • 200 ml di latte
  • 200 ml di olio (100  di semi e 100 evo)
  • 800 gr di farina di tapioca
  • 4 uova
  • 300 gr groviera (o grana grattugiato)
  • sale

Preparazione:

  1. Scaldare il latte con l’olio in un pentolino.
  2. Mescolare in un recipiente freddo la farina col composto di latte e olio.
  3. Unire anche uova, groviera grattugiato e sale.
  4. Impastare bene con le mani, poi formare dei panettini piccoli a forma di pallina.
  5. Disporre i panini in una placca con carta forno e cuocere per 15-20 minuti a 180 gradi
  6. Buon Appetito!

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